domenica 5 giugno 2011

Spesa personale e società partecipate


Secondo un orientamento consolidato della Corte dei Conti la spesa di personale

sostenuta dalle società partecipate deve essere considerata insieme a quella

sostenuta dagli enti. Il tema è stato rilanciato dalle sezioni riunite con il parere

27/2011 secondo il quale nella quantificazione della spesa di personale non si devono

considerare solo quelle contenute nell'intervento I in quanto «non può essere

sottaciuto» che la modalità di gestione dei servizi e quindi i processi di

esternalizzazione incidono in modo sostanziale: limitarsi al bilancio dell'ente può

risultare non equo. In caso contrario si incentiverebbe un progressivo affidamento

all'esterno dei servizi con finalità sostanzialmente elusive dei vincoli di finanza

pubblica. Per questo si rende «necessario accedere ad una nozione più ampia di spesa

di personale, che vada oltre la rappresentazione in bilancio e tenga conto (…) della

spesa del personale impiegato in organismi esterni». Questi concetti non devono

essere applicati solo alla riduzione della spesa di personale ma anche al rapporto tra

spesa di personale e spesa corrente. Sempre rimanendo nell'ambito delle sezioni

riunite, concetti del tutto analoghi sono contenuti nel parere 3/2011 in materia di

Unioni di Comuni, Comunità montane e Consorzi. Per quanto attiene alle società in

house a totale capitale pubblico, basta citare la Corte dei Conti Campania (parere

98/2011) quando ribadisce che «sono da considerarsi sostenute direttamente

dall'ente locale le spese di personale iscritte nel bilancio della società pubblica in

house, tanto nel caso di partecipazione unica totalitaria, quanto nel caso di

compartecipazione plurisoggettiva».

M.Zamb. – Il Sole 24Ore

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